Cos’è il sorriso del viaggiatore?
Molta gente crede che io sia felice…sempre, crede che abbia il sorriso stampato sulle labbra dalla mattina alla sera, molta gente crede che il sorriso sia sinonimo di felicità.
Il sorriso è una caratteristica che mi porto dietro sin da quando ero bambino, ricordo mio nonno in campagna, forte dei suoi anni migliori e di una mente ancora lucida, sempre pronto a rimproverarmi di quel mio sorriso ingombrante che ostacolava le mie parole, mi ripeteva che parlare e sorridere nello stesso momento è impossibile.
Credevo che mio nonno avesse ragione, tuttora oggi la gente a volte fa fatica a capirmi, pur essendo cresciuto quel sorriso ingombrante non ha ceduto il passo alla confortevole ragionevolezza di una fluida parlantina, ed è così che spesso mi ritrovo a dover ripetere mille volte le stesse cose.
Altre volte invece è più semplice, parlo parlo ma la gente non mi ascolta, non capita di rado e non ho di certo io l’esclusiva.
Le persone sono fatte così, hanno bisogno di parlare, di condividere le proprie emozioni, di costruire ponti tra le loro bocche e le orecchie altrui, ma troppo spesso questi ponti sono una spirale che raramente arriva dalla parte del nostro interlocutore.
Troppo spesso diamo per scontato che le parole siano più importanti del silenzio, eppure solo nel silenzio possiamo elaborare un risposta autentica.
…la gente parla in continuazione ma raramente ascolta…
Il sorriso è il mio biglietto da visita, più semplice e diretto, non costa nulla ed è contagioso.
Durante il mio viaggio molto spesso a stupendi paesaggi ho preferito il sorriso degli sconosciuti, che parlano lingue incomprensibili con questa curva naturale disegnata sulle labbra, ed ho ripensato a mio nonno che in fondo alla fine aveva torto, non ero un bambino speciale che non sa parlare, ne un ragazzo troppo cresciuto che persevera nell’errore, più semplicemente uso un linguaggio universale che salta la pronuncia, dribbla le differenze e si consuma nella curva più bella del mondo.
Il sorriso del viaggiatore non ha confini.
I volti seri degli israeliani conservatori non mi hanno regalato l’emozione del loro sorriso, di contro sono rimasto affascinato dal sorriso composto dei tanti palestinesi che alle parole preferiscono i sussurri, alle grida i bisbigli, all’addio un promettente arrivederci.
Difficile non pensare al sorriso arabo che in Giordania esplode sugli invidiabili volti ambrati sempre pronti a pronunciarsi con un semplice si! Il sorriso in Giordania è promotore d’accoglienza, poche volte nella vita mi sono sentito così a casa lontano da casa.
E di colpo eccolo che si fa spazio tra la gente il sorriso egiziano forte dei suoi grandi occhi scuri, incorniciato dal velo islamico che qui non fa paura più di quanto non ne faccia un cappello da cowboy.
Senza sosta l’India rappresenta un sorriso a se stante, caratterizzato da tanta tanta e dico tanta curiosità. Teste dondolanti alternano il sorriso a denti color latte riportandomi con i piedi per terra a masticare incomprensibile dignità.
In mancanza di memoria a breve termine mi ritrovo catapultato nella terra che del sorriso si fa promotrice, tanto radicato nei thailandesi da ritrovarlo persino sul volto del più sacro dispensatore di saggezza: il Buddha.
Incastrato tra le acque del Mekong il Laos diventa sorriso quotidiano, nascosto nella timidezza del primo approccio si fa valere a largo termine sulle labbra dei tanti pescatori affaccendati a catturare la vita con le reti e con le mani.
Tra tutti questi sorrisi mi sento a mio agio, ripenso a mio nonno e mentre scrivo non posso fare a meno di sorridere…un sorriso che assomiglia a quello di un viaggiatore.
Il viaggio non è ancora finito!
2 comments
Molto bello e delicato il tuo post
Grazie per queste immagini che raccontano
tante storie e sensazioni
🙂
buona giornata Monica
Grazie Monica ne sono felice ??