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La solitudine del viaggiatore

La solitudine del viaggiatore: una compagna fedele

by Carlo De Pascalis

La solitudine del viaggiatore

Sono più di 6 mesi ormai che trascorro le mie giornate perso nel mondo.

La solitudine è stata la mia primissima compagna di viaggio, a lei si sono aggiunte tante altre persone, alcune importanti, altre meno e una in particolare è entrata nel mio sogno “viajero condividendone gioie e dolori.

Ma come si affronta la solitudine?

A questa domanda ci sono mille risposte! C’è chi la combatte come se fosse un nemico da abbattere, chi cerca d’ignorarla riempiendo le giornate di avventura e adrenalina, chi proprio non ce la fa e molla il tiro ripiegando su compagnie aleatorie.

In tutta sincerità ho sempre apprezzato la solitudine, ma non mi sono mai avvicinato così tanto a lei come in questo viaggio e non mi sono mai sentito così solo in compagnia.

Dal contraddittorio Israele passando per la martire Palestina, fino ad arrivare in Giordania con i suoi sorrisi, proseguendo nel sempre sognato Egitto e dritto ancora nell’incomprensibile India, la solitudine mi ha sempre tenuto compagnia.

Dalla Thailandia al Laos la mia condizione di viaggiatore solitario è cambiata, e anche il rapporto con la solitudine ne ha risentito.

Di contro ho incrociato gli occhi sognanti di una viaggiatrice coraggiosa. Una persona di quelle belle, che cercano di cambiare il proprio mondo con la forza della consapevolezza di se stessi, con la forza di un semplice sorriso che assume i colori dell’arcobaleno.

Durante i primi giorni di viaggio spesso mi ritrovavo a parlare e ridere da solo delle mie sventure sui tetti di Gerusalemme ascoltando il canto dei muezzin che richiamano i fedeli alla preghiera. Pensavo a quanto fossi fortunato di poter vivere un mondo così diverso da quello a cui ero abituato in compagnia della mia dolce e sempre presente solitudine.

La solitudine del viaggiatore i tetti di Gerusalemme
Gerusalemme

Con il passare del tempo ho incontrato tante persone sul mio tragitto, eppure, quella solitudine che all’inizio adoravo, di tanto in tanto si trasformava in paura: paura di rimanere veramente da solo, lontano da casa, dai miei familiari, dagli amici, dalla mia vita passata.

paura di non farcela, di non riuscire a portare avanti il mio sogno

Ed è stato proprio in uno di questi momenti che ho scoperto una grande verità.

Mi trovavo in Giordania sulle rive del Mar Morto, completamente da solo felice di aver trovato una spiaggia tutta mia, pronto a spogliarmi e raggiungere quelle acque salate dal profumo di nuovo.

La solitudine del viaggiatore Mar morto e i sassi di sale
Mar Morto

Ed è lì che ho capito, galleggiando in quelle acque, leggero, come una foglia in balia del vento: amavo quella solitudine, per quanto a volte la cacciassi via sostituendola a facili emozioni, lei tornava sempre da me, ad accarezzarmi l’anima nei momenti meno felici, a sussurrarmi parole di conforto nel momento del bisogno.

la solitudine del viaggiatore è il compagno di viaggio per eccellenza

Ci si può sentire forti nel proprio mondo costruito a fatica e sudore, forti delle certezze immolate all’abitudine, forti delle proprie convinzioni seduti nel giardino di casa.

Vi assicuro che queste certezze non reggono il vento del cambiamento. Non saranno loro a tenervi compagnia durante le notti passate altrove, magari su una scomoda panchina in mezzo al nulla aspettando un improbabile traghetto diretto in Egitto ammirando il cielo stellato in cerca di conforto.

Sarà durante il viaggio che avrete bisogno della solitudine, un amica con cui condividere gioie e dolori, un amica a cui confidare le cose non dette, riscoprendovi, nudi e crudi, davanti a uno specchio felici di avere un ancora a portata di mano quando il mare si tinge di nero.

Ho imparato ad amare la mia solitudine lasciandola andare mille volte consapevole del fatto che non sarebbe stato mai un addio ma un semplice arrivederci.

La solitudine del viaggiatore, spiaggia tailandese
Freedom

La solitudine è il motore del viaggio, non vale la pena scappare da se stessi, prima o poi bisogna prendere coraggio e lasciarsi andare, abbandonare le armi, ammainare le vele, ammettere le colpe proprie e altrui, arrendersi in un abbraccio.

non c’è sconfitta, non c’è vittoria, non c’è nessuna guerra da combattere.

Ci sono solo io, la mia solitudine e un sorriso arcobaleno…in un mondo tutto da scoprire.

Regalati un viaggio nel viaggio!

Un viaggio zaino in spalla per le strade del Centro America si trasforma, quasi per caso, in un arma di denuncia in favore delle popolazioni indigene locali.


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